L’ortognatodonzia, disciplina che studia le disgnazie dento-maxillo-facciali, ha come finalità primaria quella di individuare precocemente una noxa patogena e ripristinare un equilibrio dento-scheletrico.
In presenza di equilibrio tra le sue diverse componenti, l’apparato stomatognatico si accresce e si sviluppa in modo armonico; tuttavia, fattori sfavorevoli possono condizionarne il normale iter evolutivo determinando l’instaurarsi di una malocclusione.
Il paziente ortognatodontico è, in genere, un soggetto in fase di crescita; tuttavia, sempre più frequentemente anche l’adulto richiede l’intervento dell’ortodontista, con esigenze soggettive e necessità cliniche oggettive sostanzialmente differenti, per le quali risulta spesso indispensabile un approccio interdisciplinare. I dispositivi clinici utilizzati devono rispondere alle norme di legge; essere scelti/realizzati in base agli obiettivi stabiliti, tenendo conto delle caratteristiche biologiche, della maturità scheletrica, della comprensione della meccanica e dell’impatto sociale; seguire il principio della maggior semplicità nella massima efficacia ed efficienza, del minor costo biologico, emotivo e, possibilmente, economico; i pazienti devono comprenderne funzione, modalità e tempo di utilizzo.
Compito dell’odontoiatra e quello di prevenire il danno dentale e ridurre il disagio per i familiari e conviventi con placche occlusali.